Come funziona il pignoramento del conto corrente, quali sono le conseguenze e quali limiti non possono essere superati, in tutela del soggetto pignorato?
Il pignoramento del conto corrente è prima di tutto una procedura legale (nello specifico parliamo di pignoramento presso terzi, che si distingue da quello mobiliare e immobiliare) con cui un creditore, in possesso di un titolo esecutivo, può rivalersi sul conto di un debitore insolvente (che quindi non ha pagato un suo debito) per recuperare le somme che gli spettano.
Scopriamo subito come funziona questa procedura e soprattutto che conseguenze pratiche produce sul conto corrente.
Come funziona il pignoramento del conto corrente?
Partiamo specificando che le altre due forme di pignoramento presso terzi, oltre il conto corrente, possono avere ad oggetto lo stipendio o la pensione.
Riportando il focus sul pignoramento di un conto, la prima conseguenza che sussegue a tale procedura consiste nel blocco di una parte del saldo che verrà utilizzata per soddisfare il creditore.
Nella pratica, accade che l’ufficiale giudiziario comunichi alla banca l’importo che deve essere pignorato sul conto di un loro cliente che, di fatto, non potrà disporre di quella somma che servirà per soddisfare il suo creditore.
Cosa succede se si viene pignorati?
Per quanto riguarda il pignoramento sul conto corrente, succede che il titolare del conto pignorato non potrà disporre dell’importo pari alla somma che è tenuto a restituire al suo creditore insoddisfatto.
Tuttavia, sappi che la legge cerca di tutelare il soggetto pignorato.
Per prima cosa, la necessità di un titolo esecutivo (come un decreto ingiuntivo, ad esempio) rende le tempistiche molto lunghe e quindi mette il pignorato nella condizione di poter prevedere o, in alternativa, risolvere la situazione.
In secondo luogo, esistono dei limiti al pignoramento del conto corrente perché è prevista una quota del reddito impignorabile. Non potrà mai essere pignorato l’intero saldo disponibile sul conto, per una serie di motivazioni che ti andremo a descrivere nel dettaglio.
Quanto si può pignorare da un conto corrente?
La legge cerca di tutelare il pignorato ponendo dei limiti sugli importi che possono essere oggetto del pignoramento. Il primo aspetto da sottolineare è che la procedura deve garantire al pignorato la possibilità di poter disporre di un importo pari a 1.509,81 euro (somma che è pari al triplo dell’assegno sociale previsto per il 2023).
Dunque, per quale somma scatta il pignoramento del conto? Se, per esempio, il pignorato dispone di 2.000 euro sul conto e il credito è pari a 2.000 euro, alla luce del limite appena citato, l’importo pignorabile sarà calcolato come segue: 2.000 – 1.509,81 = 490,19.
Precisiamo che è essenziale comprendere come funziona la procedura e che gli importi potrebbero variare di anno in anno, visto che l’importo dell’assegno sociale cambia nel tempo.
Quando un conto corrente non è pignorabile?
Il conto può considerarsi non pignorabile quando il saldo è al di sotto o pari al limite considerato impignorabile per legge. Quindi possono essere pignorate solo le somme che eccedono tali importi:
- 1.509,81 euro (che corrisposte al triplo dell’assegno sociale) per quanto riguarda le somme già accreditate sul conto;
- 1.006,54 euro al mese (pari al doppio dell’assegno sociale) se ad essere pignorati sono stipendio o pensione.
Inoltre, sono ovviamente impignorabili i conti con saldo negativo.
Cosa succede al pignoramento del conto cointestato?
Un conto cointestato può essere pignorato solo per la parte di quota in possesso al soggetto debitore. I cointestatari di un conto possono essere due, tre o anche più, ma generalmente si parla di conti cointestati con due persone: in questi casi, il conto potrà essere pignorato per un importo pari al 50% del saldo sul conto.
Posso prelevare da un conto corrente pignorato?
Sì, puoi prelevare da un conto corrente pignorato ma solo per le somme che eccedono l’importo bloccato sul conto e oggetto del pignoramento.
Se, per esempio, disponi di un saldo di 20.000 e l’importo pignorato è di 2.000 euro, potrai disporre e prelevare di 18.000 euro.
Il pignoramento non prevede il blocco dell’intero conto corrente.
Quanto dura il pignoramento del conto corrente?
Non è prevista una durata precisa per il pignoramento del conto corrente perché cesserà nel momento in cui il creditore sarà riuscito a soddisfare per intero il suo credito.
Chi può pignorare il conto corrente?
Il conto corrente può essere pignorato da qualsiasi creditore vanti, appunto, un credito insoluto nei confronti di un soggetto titolare di un conto.
Ciò significa che il creditore può essere un privato o anche l’Agenzia delle Entrate.
Da notare che in base al soggetto che richiede il pignoramento sono previsti specifici limiti. Il concetto essenziale è che esistono dei limiti e in base al caso specifico è necessario verificarli, meglio ancora se con il supporto di un professionista.
Pignoramento del conto corrente: pensione e stipendio dove vengono accreditati?
Sia la pensione che lo stipendio continueranno ad essere accreditati sul conto. Tuttavia, oltre al limite dei 1.006,54 euro, in caso di stipendio o pensione che sono già stati accreditati sul conto corrente, il limite sale a 1.509,81 euro, importo che corrisponde a 3 mensilità dell’assegno sociale.
Anche in questo caso, se il credito fosse di 1.000 euro e il soggetto pignorato percepisse uno stipendio di 1.200 euro, il conto sarebbe praticamente impignorabile.
Come difendersi dal pignoramento del conto?
La prima cosa da fare per evitare un pignoramento è ovviamente cercare di onorare i propri debiti o, in alternativa, trovare un accordo con i propri creditori che potrebbero prendere in considerazione una rateizzazione del debito.
In alternativa, è possibile affidarsi a dei consulenti legali per comprendere come proteggere il proprio patrimonio da eventuali pignoramenti oppure addirittura opporsi alla procedura. Ricorda che in assenza di notifica al debitore, il pignoramento si considera nullo e dunque non può esistere un pignoramento senza notifica.