Che tasse si pagano sul conto corrente, quali sono e a quanto ammontano?
Il conto corrente è uno strumento utilissimo per gestire al meglio le proprie finanze perché permette di eseguire pagamenti, ricevere accrediti sul conto, effettuare prelievi e fare tante altre operazioni importantissime.
Ovviamente, è prevista una tassazione sui conti correnti che include essenzialmente due tipologie di tasse:
- l’imposta di bollo;
- la ritenuta fiscale sugli interessi creditori.
Scopriamo come vengono tassati i conti correnti bancari, partendo dal comprendere il funzionamento dell’imposta di bollo.
Attenzione: le seguenti informazioni sono redatte a scopo informativo con contenuti di carattere generico, pertanto, non si sostituiscono al consulto con un professionista. L’autore del contenuto non è né un commercialista né un fiscalista, vi invitiamo, quindi, a convalidare tali informazioni prima di prendere qualsiasi decisione basata su di esse.
Imposta di bollo sul conto corrente
L’imposta di bollo sui conti correnti è una tassa che viene applicata ai conti che superano la giacenza media di 5.000 euro.
Essa è pari a 34,20€ per le persone fisiche e a 100€ per le persone giuridiche.
Per giacenza media, intendiamo il saldo medio disponibile ogni giorno all’interno di un arco temporale di un anno. Questo dato, importantissimo anche ai fini ISEE, si calcola in modo molto semplice, andando a sommare tra loro gli importi disponibili sul conto e dividendo la somma risultante per 365 giorni.
Il limite di 5.000 euro si applica prendendo in considerazione tutti i conti intestati allo stesso correntista presso il medesimo istituto di credito.
Ciò significa che l’imposta di bollo andrà pagata anche nella situazione in cui una stessa persona possegga 3 conti diversi presso la stessa banca con le seguenti giacenze medie annue:
- 2.000 euro;
- 3.000 euro;
- 1.000 euro.
In questa caso, la somma delle 3 giacenze è 6.000 euro, importo che va a superare il limite di 5.000 euro.
Al contrario, se i conti sono detenuti presso banche differenti, vale la regola della giacenza media superiore a 5.000€ per far scattare il dovuto pagamento dell’imposta di bollo.
Ritenuta fiscale su interessi creditori
Discorso diverso – rispetto a quello relativo all’imposta di bollo sui conti corrente – è quello che riguarda le tasse sugli interessi bancari attivi, noti anche come interessi creditori.
Sugli interessi attivi che maturano sul conto corrente, è applicata un’aliquota pari al 26% degli interessi stessi.
Ma cosa sono gli interessi attivi? Parliamo della remunerazione che un istituto di credito riconosce ai correntisti per aver depositato sul proprio conto del capitale che poi la banca può utilizzare per effettuare operazioni di tipo finanziario.
Calcolare gli interessi creditori è molto semplice. Basta moltiplicare la durata del deposito (espresso in giorni) per il capitale che è stato depositato in banca per il tasso d’interesse attivo riconosciuto dall’istituto di credito. Il risultato va poi diviso per 36.500.
Ad esempio, per un deposito di 10.000€ con una durata di 365 giorni e con un tasso d’interesse attivo del 2%, la remunerazione per il correntista sarebbe di 200 euro (10.000€ x 365 x 2)/36.500.
Come funziona la patrimoniale sui conti correnti
Discorso a parte va fatto per la patrimoniale sui conti correnti perché, in realtà, non parliamo di una vera e propria tassa.
Siamo infatti nell’ambito del prelievo forzoso, un vero e proprio addebito forzato che lo Stato ha eseguito sui conti correnti degli italiani (nella misura del 6 per mille di ciascun conto), l’ultima volta, nel 1992 durante il Governo Amato.
Non conviene tenere i soldi sul conto corrente?
Gli interessi attivi che, di solito, le banche concedono ai correntisti sono ormai davvero molto bassi o nulli.
Inoltre, tieni conto che il denaro è continuamente soggetto all’inflazione, fenomeno che consiste nell’abbassamento del valore di una moneta in funzione dell’innalzamento dei prezzi.
Ecco perché, in termini di remunerazione economica, tenere i soldi sul conto corrente non è redditizio. Esistono però i conti deposito, che offrono rendimenti migliori.
Tassa per i conti correnti che superano i 100.000 euro
Difficile da credere ma più soldi sono depositati su un conto e maggiori sono i costi che le banche devono sostenere per un correntista.
Ecco perché molte banche hanno introdotto costi e commissioni aggiuntive per tutti i conti correnti con giacenza media superiore a 100.000 euro.
Il consiglio è quello di verificare le regole previste dalla tua banca di fiducia, qualora la tua giacenza media superasse questo importo.
Tasse sul conto corrente in caso di morte
Il meccanismo è totalmente diverso se parliamo di tasse sul conto in caso di morte (nello specifico, si tratta della tassa di successione sul conto).
L’aliquota applicata varia in base a diversi fattori come il legame di parentela tra eredi e defunto e l’importo depositato sul conto.
Tasse su conto corrente estero
E come funziona la tassazione sui conti correnti detenuti dagli italiani all’estero?
In questo caso viene applicata l’IVAFE ovvero l’Imposta sul Valore delle Attività Finanziarie all’Estero.
Viene applicata in caso di giacenza media superiore a 5.000€ e ammonta allo 0,2% sul valore dei prodotti finanziari detenuti all’estero. Va dichiarata e liquidata all’interno del quadro RW della dichiarazione dei redditi.