Quali sono le ragioni che motivano i controlli sul conto corrente, cosa ti serve sapere per evitarli e che strumenti vengono utilizzati?
L’evasione fiscale rappresenta un vero macigno che grava sul nostro Paese e proprio per questo motivo le autorità competenti, prima fra tutti l’Agenzia delle Entrate, hanno a disposizione tantissimi strumenti per effettuare controlli sui conti correnti dei contribuenti italiani.
Se vuoi scoprire quali sono gli strumenti e le modalità che le autorità tributarie e amministrative possono impiegare per effettuare controlli mirati sui conti correnti, continua a leggere con attenzione questa guida.
Quando scattano i controlli sui conti correnti da parte del Fisco?
Parti dal presupposto che i controlli non vengono avviati su tutti i conti correnti in maniera indiscriminata.
L’Agenzia delle Entrata ha a sua disposizione l’Anagrafe dei conti correnti, uno strumento prezioso in cui sono raccolte tutte le informazioni che le banche sono obbligate a trasmettere al Fisco, riguardanti tutto ciò che concerne i rapporti tra loro e i correntisti che hanno uno o più conti aperti presso le loro filiali.
Movimentazioni in entrata e in uscita, saldi, prelievi e versamenti sono solo alcune delle operazioni a cui l’Agenzia delle Entrate può risalire grazie all’Anagrafe dei conti correnti.
Ma quando scatta un controllo da parte del Fisco? Essenzialmente solo nel momento in cui le autorità notano movimenti sospetti, come volumi insoliti legati a prelievi o versamenti.
Superate determinate soglie, infatti, le banche sono obbligate a segnalare il correntista all’UIF che effettuerà i dovuti controlli, se lo reputa necessario.
In che modo l’Agenzia delle Entrate controlla i conti correnti?
Oltre che attraverso l’Anagrafe dei conti correnti, l’Agenzia delle Entrate inizierà ad effettuare controlli sui conti anche sfruttando l’intelligenza artificiale, il machine learning e l’analisi dei big data.
Un nuovissimo strumento di controllo introdotto da poco è l’Anonimetro che, tra l’altro, ha anche ricevuto l’approvazione da parte del Garante della Privacy.
Come suggerisce il nome stesso, questo strumento permette di analizzare un’enorme mole di dati riguardanti i conti correnti italiani, senza che vengano mostrate all’autorità competenti i dati sensibili e le informazioni personali dei correntisti.
In questo modo, il Fisco opererà per prima cosa un’analisi oggettiva, il cui obiettivo è semplicemente quello di cogliere in via preventiva possibili fattispecie di evasione fiscale.
Versamenti e prelievi di somme ingenti, perpetrate nel tempo, potrebbero dar luogo all’avvio di indagini e controlli.
Considera che l’obiettivo finale dell’Agenzia delle Entrate è verificare che le movimentazioni in entrata e in uscita siano giustificate poi da una Dichiarazione dei Redditi allineata con quanto emerge dal conto corrente.
Se non si è in grado di documentare e quindi giustificare versamenti e prelievi, quelle somme verranno tassate e ci si espone al rischio di dover pagare delle sanzioni.
Di fatto, quando si versa denaro contante bisognerebbe sempre avere la possibilità di poterne dimostrare la provenienza come potrebbe essere il caso di una donazione, ad esempio.
Cosa succede se ho più di 10.000 euro sul conto?
Avere più di 10.000 euro sul conto non comporta nulla di anomalo se non il pagamento dell’imposta di bollo annuale, qualora la giacenza media superasse i 5.000 euro.
Se vengono prelevati più di 10.000 euro in un mese, ricorda che la tua banca è obbligata a segnalare l’accaduto all’Unità di Informazione Finanziaria (UIF).
Tale misura serve a prevenire il rischio di riciclaggio di denaro e di finanziamento di attività illecite o terroristiche.
Chi può controllare il tuo conto corrente?
Il tuo conto corrente può essere controllato dall’Agenzia delle Entrate, dalla Guarda di Finanza o dall’UIF.
Le finalità dei controlli di ciascuna di queste autorità possono essere differenti. La prima mira a cogliere possibili situazioni di elusione ed evasione fiscale. L’UIF e la Guarda di Finanza agiscono principalmente nell’intento di scoprire possibili situazioni illecite e contrarie alla normativa antiriciclaggio.
Come evitare i controlli sul conto corrente?
Rispettare le normative fiscali e finanziarie è ovviamente l’unico modo per evitare i controlli e rischiare sanzioni o conto corrente bloccato. Questo equivale a dire che, se dichiari correttamente tutti i tuoi redditi e non fai nulla di illecito, non corri nessun rischio.
Una buona idea è anche quella di farsi sempre seguire da un professionista fiscale che sappia orientarti nel rispettare in pieno le normative fiscali vigenti.
Quanto si può versare sul conto senza controlli?
Ogni correntista è libero di versare sul proprio conto corrente quanto desidera. Puoi effettuare versamenti tramite bonifici, assegni o in contanti. In quest’ultimo caso, devi però fare molta attenzione per via di tutte le motivazioni esposte già in questa guida, così da non porre le basi per l’avvio di controlli.
Quando versi denaro contante, soprattutto se si tratta di somme ingenti, accertati di poterne dimostrare la provenienza.
Controllo sul conto corrente retroattivo: cos’è?
Il Fisco potrebbe attuare verifiche e controlli sui conti correnti anche con una retroattività che può arrivare a 6 anni, nel caso in cui ci sia il sospetto di un’omessa dichiarazione dei redditi, o a 4 anni per una dichiarazione irregolare.
Violazione privacy sul conto corrente bancario
Come anticipato in precedenza, anche l’ultimo strumento introdotto nell’arsenale del Fisco italiano per debellare l’evasione fiscale, ovvero l’Anonimetro, è stata approvato dal Garante della privacy. Di fatto, non mostra dati sensibili fino a quando le autorità non inquadrino la situazione come potenzialmente sospetta.
Considera poi che i controlli operati dalle autorità fiscali sui conti correnti non violano la privacy, in quanto le banche sono obbligate a riferire tutte le informazioni sensibili alle autorità fiscali statali dei Paesi aderenti alla CRS, tra cui figura anche l’Italia.